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narcisisti ed empatici

Narcisisti Vs Empatici: scontro finale

Aprile 4, 2018

Avevo già parlato di come difendersi da un narcisista, ma vedo che quest’argomento è così popolare e discusso che mi sembra buono approfondirlo ulteriormente. Narcisismo patologico, narcisismo overt, covert, borderline: sono tante le sfaccettature di questo mondo oscuro, e spesso ci si perde troppo nei meandri della psicologia invece che ragionare su cose semplici e bisogni primari.


Chi è un narcisista?

narcisista bugiardoSintetizzando brutalmente: i narcisisti sono persone senza amore, con un bassissimo grado di empatia, che mascherano il loro vuoto interiore creandosi personalità di paillettes affascinanti ma prive di spessore. Essere “senza amore” vuol dire essere incapaci di dare un reale valore affettivo agli altri e a sé stessi, e per via di questo, dedicarsi ossessivamente solo a surrogati di autostima: la conquista continua, la ricerca di ammirazione e la gratificazione della finta personalità che si sono creati. Per certi versi potremmo paragonarli a Pinocchio: burattini di legno che vorrebbero essere un “bambino vero”, ma dato che la Fata Turchina guaritrice non esiste, perseguono una vita di collera e bugie vendicandosi di quei bambini che sono veri senza aver fatto alcuno sforzo.

Cosa cerca un narcisista?

narcisista predatoreEsaltare la propria potenza predatrice, che è l’unico modo che ha per sentirsi vivo dato che, come dicevamo prima, non è in condizione di saper amare. Talvolta insegue illusorie capacità di guarigione provando a scatenare un interesse estremo da parte di chi trova sulla sua strada: se si ritiene molto amato crede di poter ricevere calore vero e forse si illude persino di poterlo provare egli stesso. Ma il suo cuore è come una casa esposta a nord: i suoi muri possono beneficiare del tepore di un pallido sole ma questa rimarrà sempre fredda e inabitabile. Dirò di più, quando il Narcy si illude per un secondo di poter essere guarito e poi comprende che questo non potrà mai essere, diventerà rabbioso nei confronti dell’altro che “l’ha illuso” e tirerà fuori quella cattiveria che con fatica reprime quotidianamente.

Chi sono gli empatici

empatico bisogno di dare amoreLe prede favorite dei narcisisti sono gli empatici, ovvero il loro opposto affettivo: persone dotate di sensibilità molto sviluppata in grado di avvertire con grande profondità gli influssi che li circondano, capaci di dare all’esterno quell’amore che non riescono a dare a loro stessi, e disposti ad attaccarsi con forza a una personalità affascinante e sofferente che pensano in qualche modo di poter curare (curando in tal modo le proprie ferite, dato che l’empatico non è in grado di guarirsi da solo). Questo è il punto esatto del loro essere appetibili: hanno dentro una grande quantità di amore vagante che devono “dare”, mentre una persona più affettivamente stabile ne ha di meno, perché ne riserva una buona parte per sé stessa e quindi risulta un piatto meno succulento per i vampirelli.

narcisista invidiaTalvolta le differenze di comportamento tra un empatico e un narcisista covert possono sembrare minime, ma c’è un banale indicatore per distinguerle: all’empatico non interessa sminuire l’altro, prerogativa questa del narcisista che è una creatura piena di rabbia perché si disprezza, e nello sminuimento altrui prova sfogo e infantile soddisfazione: “sarò una merdaccia ma lo sei anche tu, quindi non mi manca niente e non ho nulla da rimproverarmi, ecco!”.

Chi (non) si somiglia, si piglia

buco nero emotivoSebbene sia comune sapere che il narcisista fiuta un empatico a mille miglia, e che lo distingue chiaramente come fosse una stella cometa nel buio, non è altrettanto comune dire che anche l’empatico, dopo aver fatto le prime destabilizzanti esperienze, distingue chiaramente il narcisista, come fosse un buco nero in mezzo al cielo azzurro di mezzogiorno. Attenzione, distinguere non vuol dire evitare, perché a seconda delle fasi della vita e della storia di ognuno, talvolta si può scegliere con consapevolezza di imbarcarsi in qualcosa anche avendo coscienza delle conseguenze: la vita è una bilancia dove a ogni round occorre farsi due conti e decidere di cosa abbiamo bisogno.

Queste due figure si cercano, perché ognuna delle due ha qualcosa che all’altro manca. Al narcisista manca un cuore che batta realmente, all’empatico mancano la volontà di potenza e l’autostima inattaccabile. Faccio un paragone floreale: il primo si sente come una splendida rosa di cristallo, il secondo si sente come un’imperfetta cicoriella. La cicoria invidia fortemente la seducente rosa, curata nelle finiture e intoccabile dalle intemperie, fino a che non stabilisce che è un oggetto morto che non invecchia solo perché non è mai nato. La rosa invidia la cicoriella perché invece la sente come cosa viva e vorrebbe fagocitarla per far entrare la vita in sé e sentirsi vera e “giusta”.

immagine riflessaNonostante questo apparente do ut des, le due figure non si completano mai, perché non sono in grado di soddisfare la fame reciproca. Il Narcy non soddisfa la propria perché è un colabrodo e non è capace di trasferire su di sè l’affetto che gli viene dato, l’Empa non la soddisfa perché avverte presto di essere dinanzi a un personaggio di cartone, e dopo avergli girato intorno non riesce a trovargli la terza dimensione che è propria invece delle persone emotivamente formate. Il paragone più calzante è quello di un cane che guarda un altro bellissimo cane in televisione: dapprima lo scambia per vero, salta, abbaia, scodinzola, ma dopo un po’ il suo olfatto gli fa comprendere che quello che sta ammirando è solo un’immagine senza odore né calore e che è inutile provare a giocarci insieme.

Metti i tuoi bisogni al centro

elenco dei propri bisogniNon spenderò parole per dire cosa può fare un narcisista per guarire, perché non credo esista questa possibilità (ma rivolgetevi agli psicologi per ulteriori informazioni), ma posso dire cosa può fare un empatico. Una cosa molto semplice: smetterla di concentrarsi sui bisogni altrui (e perdere tempo cercando il modo di conquistare un narcisista) e iniziare a mettere al centro i propri. Fare la lista della spesa come al supermercato: cosa riesco a prendere? Cosa mi viene dato? Mi sta bene? Non mi sta bene? Per quanto tempo stabilisco che mi potrà andar bene? Ne vale sinceramente la pena?

Sembrano domande banali e lo sono, ma non per un empatico che è una persona che ritiene fondamentale l’altro.

Queste domande e risposte è importante darsele da soli, perché dall’altro usciranno solo fuffa e panzane, alle quali dare ascolto solo fino a quando abbiamo la volontà di farlo. Per carità, l’altro sarà collaudatissimo nel lusingare, promettere, affermare con serietà, piangere o fingere confusione, ma dopo un po’ si rivelerà un disco rotto e ripetitivo. Se il narcisismo è davvero patologico e l’empatico possiede delle ferite di autostima troppo profonde, l’unione potrebbe proseguire nel tempo provocando gravi danni, ma la condizione più comune è che dopo un po’ di “bel gioco”, le due figure si staccheranno e ognuna andrà per la propria strada.

angeli e demoniLa soluzione ideale sarebbe quella di diventare entrambi figure complete, ovvero accettare pienamente che al nostro interno convivono sia angeli che demoni, e non invece scindere queste due anime, cosa che porta comunque a un cercare nell’altro il proprio lato latente che non riesce a prendere completamente vita a causa di traumi familiari, genitori dannosi e altri cazzi.

Come si dice a Roma: “quando sei martello dacci, quando sei incudine stacci”, ovvero sii in grado di vivere la vita pienamente senza fossilizzarti nel ruolo dell’angelo o del demone, perché prima o poi diventerà stretto e ripetitivo. Nutri il tuo angioletto, in modo da mantenere intatta la tua capacità di godere delle bellissime sensazioni di amore e vicinanza, ma nutri anche il tuo diavoletto, in modo da prendere ciò che desideri senza vergogna e da relazionarti con più equilibrio verso i non empatici, dandogli il giusto ma senza eccessi.

Sostanzialmente per saper vivere bene occorre accettare di essere dei poveri pirla come tutti gli altri, senza sentirsi né troppo, né troppo poco. Sminuire gli altri o sminuire noi stessi è una difesa che adottiamo in seguito ad una non completa accettazione di come siamo fatti: dobbiamo solo riconoscere di essere persone meravigliose e degne, ma in diritto anche di sbagliare ed essere sbagliate, semplicemente perché la natura umana prevede questo e non è possibile sottrarsi a questa verità.


COMMENTI 2
  • Aprile 28, 2018 at 12:34 pm

    Bell’articolo 🙂

  • Settembre 1, 2019 at 1:04 pm
    Junior

    Ciao. Ho letto prima “come difendersi da un narcisista”, poi questo articolo.
    Incredibile come tu stessi parlando anni fa della mia storia!!
    Lei mi ha preso e lasciato, fino a farmi innamorare… E prosciugato le mie energie. Ora mi ha lasciato, Ma appena saprà che mi sono ripreso, temo tornerà.
    Ovviamente io sono un empatico, avrei voluto aiutarla a guarire le sue ferite, ma ora ho capito di non poterlo fare. Mi dispiace perché le ho voluto bene, ma se ha deciso di buttare così la sua vita… io non devo per forza fare altrettanto.
    Grazie per queste illuminanti quanto semplici letture!

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