Il concetto di smart home mi attira da un pezzo e ieri ho acquistato un Google Home Mini a un prezzo stracciato (19 euro), per iniziare a creare finalmente la “casa da single connessa”. Molti di voi avranno già visto le pubblicità di questo gingillo, ma per chi ancora non sa di cosa sto parlando provo a spiegare brevemente il concetto di smart home e perché lo trovo particolarmente interessante per chi abita da solo/a.
Che cos’è Google Home
“Metti un po’ di jazz in soggiorno” “dimmi cosa devo fare oggi” “segna sulla lista della spesa” “fammi vedere Titanic su Netflix”, sono alcuni esempi di interazioni possibili. Per quanto mi riguarda, è il modo più veloce per mettere un po’ di musica o un video, farmi leggere le notizie o avere indicazioni sul meteo e sugli impegni in programma senza usare un cellulare o peggio, un pc.
Un universo in espansione
Basterà esclamare “sono tornato a casa” e lui potrà accendere le luci del soggiorno, far partire il riscaldamento alla temperatura desiderata, mettere su la vostra musica preferita e leggervi le news. Oppure dirgli “buona notte”, e lui spegnerà le luci della casa, e vi metterà il suono dei grilli o di un ruscello, impostando la sveglia per il mattino dopo. Molti di questi oggetti oggi hanno un costo esorbitante, ma ormai ci sono tanti nuovi marchi cinesi che si affacciano su questo mercato (tenete d’occhio Xiaomi) a prezzi davvero competitivi.
Ok, ma cosa c’entrano i single?
Ma anche quando siamo soli in una giornata qualunque, una casa smart ci fa un po’ di compagnia ed è una scusa per pronunciare qualche parola, specie se facciamo una vita casalinga troppo silenziosa. Del resto “Stare a Casa is the New Uscire” non è un po’ l’inno di una marea di uomini e donne che vivono da soli?
Personalmente, apprezzo proprio quelle piccole utilità pratiche che migliorano la mia vita da single: ad esempio se sento che sto per addormentarmi sul divano (come al solito) gli chiedo di svegliarmi dopo un’oretta, di accendermi il lume sul comodino vicino al letto e far suonare mezz’ora di Chopin in camera a volume notturno. In questo modo i miei passi assonnati verso il giaciglio definitivo sono meno solitari, e anche se non è piacevole come avere una compagna imbestialita che ti grida “sveglia disgraziato, vieni a letto o arrangiati”, è pur sempre qualcosa.
Lo stesso vale per accendere il tostapane o la macchina da caffè automaticamente (grazie alle prese smart da aggiungere) dopo 5 minuti che gli ho dato il buongiorno.
Inoltre abitando in una casetta per single, un bilocale nel mio caso, riesco a farmi sentire dal Google Home anche dalla camera da letto senza gridare, e quindi posso usare un unico apparecchio per lanciare i comandi, che riproducono la musica anche dagli speaker cinesi da 5 euro che ho nelle altre stanze (da collegare tramite bluetooth).
Non sarà la compagna dei sogni dicevo, ma è un dispositivo funzionale, che dialoga efficacemente con la casa su tanti fronti, è immediato per la riproduzione di contenuti multimediali (Netflix, Spotify, Youtube, TuneIn, Deezer) e rompe un po’ l’austerità monacale di chi come me non tiene mai accesa la tv come compagnia di sottofondo. Se amate la tecnologia, non vi fate troppe paranoie sul discorso privacy e cercate un giocattolo nuovo, a questo prezzo non lasciatevelo sfuggire.