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Tu che non vivi senza me

Gennaio 9, 2017

Leggo oggi l’ultimo caso di una ragazza ferita gravemente dal compagno che aveva appena lasciato, e penso sia giusto scrivere qualcosa in merito. Questo è un blog frivolo, che si occupa di come rimorchiare al supermercato o delle crociere del sesso, ma è allo stesso tempo un blog che si rivolge a separati, divorziati, tutte quelle persone che sono tornate single e stanno ricominciando a vivere da sole. Tutte persone quindi che hanno molto a che fare con la parola “lasciarsi”.

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Imparare a lasciarsi e a lasciare

chiudere una storiaE quindi il lasciarsi, terminare  una vita di coppia, è una delle premesse che danno vita agli articoli che potete leggere qui. Forse una premessa sottintesa, ma è l’argomento portante insieme ovviamente alla sua conseguenza, ovvero il come tornare a rifarsi una vita. E spesso, tornando alla cronaca, questo luttuoso evento della vita viene vissuto in maniera devastante, ossessiva, inaccettabile al punto di voler far terminare la vita dell’amato o amata insieme con la relazione.

Per molti, per troppi, proprio il rifarsi una vita sembra un compito troppo difficile per poter essere perseguito. In quei terribili momenti che seguono la fine di una coppia, sembra crollare ogni riferimento, ogni certezza, ogni motivo conosciuto per stare al mondo. E quando si inizia a ragionare, anzi a sragionare in quel modo, niente ha più un senso e si cerca di far affondare l’altro insieme a noi, come se non fosse tollerabile una sopravvivenza dopo di noi.

Verrebbe da dire che sarebbe importante imparare a lasciarsi ancora prima di lasciarsi, ma sarebbe più semplice imparare a vivere vite di coppia meno morbose, meno isolate, meno autoconsistenti. Nella morbosità di un rapporto chiuso nascono le gelosie, i tentativi di possesso, quegli acerbi segnali di violenza fisica e psicologica che ancora oggi nel 2016 vengono a volte scambiati per “ci tiene a me”, “è possessivo perchè mi ama”.

Psicologica dicevo, perchè il violento non è mica solo quello che ti prende a cinghiate. E’ spesso quello che giorno dopo giorno ti fa perdere fiducia in te stessa, che ti ripete che non devi guidare perchè sei distratta, che non devi avere un bancomat perchè lo puoi smarrire, che non devi uscire perchè in giro ci sono persone cattive. Quello che con il sorriso ti dice che non sei capace, che non sei all’altezza, che da sola non ce la puoi fare. Fino al giorno che arriverai a inibirti da sola, perchè avrai fatto pienamente tue quelle affermazioni ripetute con tanta amorevole costanza, per così tanto tempo, da chi ti vuole “veramente bene”.

Il paese dell’amore?

Nel “paese dell’amore” manca in realtà una cultura dell’amore. Si eredita la morbosità degli amori materni, si innalza la Famiglia a unico esempio di comunità possibile, si travisa a piacimento un’educazione religiosa mal impartita e male assimilata, si cresce con un modello latino che è un micidiale cocktail di orgoglio, possesso, supremazia e ovviamente ipocrisia.

La stessa ipocrisia dei vergognosi Family Day organizzati da puttanieri incalliti, degli umilianti Fertility Day, di questo paese che detesta le coppie di fatto, i gay pride, le famiglie allargate, come se fossero il Male da cui difendersi, l’inverno morale che avanza. Ma di coppie di fatto e famiglie allargate non si muore, di santissimi matrimoni e di fidanzamenti interrotti che si concludono nel sangue invece si.

Non chiudere le porte

E allora forse meglio allargare i propri orizzonti sin da subito, non escludere gli altri, non tagliare fuori le amicizie, non chiudere a chiave le porte della propria vita coniugale.

violenza nella coppiaNon tollerare le gelosie, i tentativi di isolamento spacciati per affettuoso attaccamento, non tollerare mai nessuno che ti spinga a non fare, non frequentare, non vivere. Che ti riempia ad arte di paure, diffidenze e timori verso il mondo esterno. Non tollerare “io che non vivo senza te”, perchè il rovescio della sua medaglia è “tu non vivrai senza me”. Molto spesso quello che ripete in continuazione “attenti al lupo” è proprio il lupo.

Noi single, simpatico mondo di isterici pazzarielli che (per come ci descrivono) si dilettano con sesso occasionale, dating online, speed date, appuntamenti al buio, trombamicizie e tutta una serie di pericolosissime attività, siamo in realtà in una botte di ferro (sempre con le dovute cautele) rispetto a tanti che vivono rispettabilissime vite di coppia al riparo della porta blindata di casa.

E non vi parla un single incazzato col mondo, ma una persona che ama la vita di coppia e che in coppia ha passato la maggior parte dei suoi anni. Ma che ha riflettuto molto su questi temi, cercando di capire dove si annidano gli errori, dove una relazione può diventare un limite, quando il mettersi da parte smette di essere prova d’amore per diventare un sacrificio controproducente. E il mio modo di vedere oggi una relazione non prevede, in nessun caso, il rinunciare a sè stessi, anche per i migliori e più romantici o seducenti motivi del mondo.

Per questo mi sento di dare il mio parere, magari alle persone più giovani, ricordando che la vita di coppia non può essere mai un altare sul quale immolarsi, anche se ci sembra tutto meraviglioso e degno di qualsiasi sforzo. Appena avvertite segnali sgradevoli, sensazioni che vi accendono un allarme, non siate soffocati dal timore di perdere tutto, di come fare, del futuro che vi aspetta. Tutto si risolve, tutto si evolve, i grandi problemi diventano piccoli problemi e poi smettono di essere problemi. Ma non proseguite mai con ostinazione solo per la paura di rimanere soli: c’è tutto un mondo intorno, come cantavano i Matia Bazar.

Solo in un mondo di coppie liberate dalle paure, dagli obblighi, dalle aspettative, è possibile veder fiorire relazioni sane e felici. Persone che stanno insieme fino a che entrambe lo desiderano fortemente, e mai per un minuto di più. E mai per non far soffrire l’altro. E mai per non deludere amici e familiari. E mai perchè non hanno una giustificazione veramente valida. E’ questa la cultura dell’amore che dobbiamo pretendere e diffondere, per annientare padri padroni, frustrati, maniaci dal volto amorevole e tutta questa bella compagnia di ommen’e mmerda.


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