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impara a lasciare andare

Lasciamoci andare via

Febbraio 13, 2018

Se c’è un maestro di addii questo sono io, che siano pronunciati o subìti, conta poco. Lasciare andare qualcuno è in assoluto la cosa più difficile che ci può capitare nella vita, che ti mette tanto di quel sale in bocca da consumarti i polmoni, il respiro, i muscoli e le energie.

libro vado a vivere da solo

dirsi addioL’ho imparato in quella scioccante notte da codice rosso, mentre stringevo un corpo di ragazza che si raffreddava troppo rapidamente, e poi quel giorno tanti anni dopo, quando mi sono chiuso alle spalle la porta di pietra di un terribile “ciao” (dovendo poi rientrare 5 minuti dopo perché mi ero portato appresso le chiavi…siamo sempre tragicomici) che mi ha tolto il fiato per mesi e mesi.

Quando qualcosa finisce, non si può continuare a tenerla in vita artificialmente, perché è come conservare un pezzo di formaggio in frigo fino a che non diventa un triste pezzo di muffa, e avrà perso ogni buon sapore del formaggio che era. E non è giusto, perché era un cazzo di formaggio da 50 euro al chilo, e non voglio ricordarlo come una crosta gelata. Voglio ricordare di quando correvo di corsa per mangiarlo, di quando facevo debiti per poterne avere un altro pezzo, di quando lo annusavo ad occhi chiusi accontentandomi di immaginarne il sapore. E non voglio stare a guardare fino all’arrivo dei vermi che, se non sono già arrivati, inevitabilmente arriveranno.

Mi trovo oggi, a dover dire di nuovo a qualcuno “lasciamoci andare”. Ad aprire le mani con le tenaglie, quando invece vorrebbero chiudersi a pugno, e ad accettare le cose. Ho cercato di berti con gli occhi mentre c’eri, e come dice quel cantante, “ero contentissimo e avrei voluto dire Dio, ancora”. Perché di tutti i mulini a vento contro i quali ci si può lanciare, ne esiste uno Nero e Imbattibile, che è quello della consapevolezza di non poter prendere il cuore dell’altro. Almeno questo, la mia età me l’ha insegnato.

lasciare andareE sto cercando di aprire le mani, per lasciarti andare verso le correnti che vuoi, verso quello che desidererai con più forza, verso i posti dove non sarai confusa ma chiara, come spero saprai essere. Non ho mai voluto cambiare quello che sei, chiuderti dentro una scatola, impossessarmi di te, farti promesse altisonanti, ma di sicuro volevo essere il tuo pieno presente, quello sì, e non sentirmi l’affettuosa goccia di Vinavil tra un passato spinoso e un futuro di maggior gloria. Lo so che non era solo questo, che tante cose sono state bellissime e che forse mi sto solo difendendo spietatamente da qualcosa, ma spesso mi sono sentito così e non è possibile per me, specie in un momento così decisivo della mia vita.

Un giorno mi penserai, ne sono sicuro. Forse nel racconto che farai agli altri della tua vita sarò una paginetta neanche accennata, un “ma come si chiamava quello che scriveva bene?”, non so se sarò una capitoletto con una rosa profumata dentro o un paragrafo non troppo fondamentale da raccontare. Ma un giorno penserai a quell’uomo che ti beveva con gli occhi per non scordarti, sorriderai e mi manderai un bacio da lontano.

Può sembrare strano che io scriva qui qualcosa di così privato, che non ho mai detto con le parole. Ma “qui” è il posto dove ti sei appassionata a me. E “qui” è il diario che aveva iniziato a prendere una piega amara. Quindi “qui” è il posto dove apro piano le mani, per mandarci incontro a tentativi di gioie piene e sempre “qui”, è il posto da dove ti dico che mi mancherai.

libro vado a vivere da solo

COMMENTI 2
  • Aprile 28, 2018 at 1:15 pm

    mi sono commossa…

  • Luglio 18, 2018 at 6:21 pm

    “Non siamo mai così indifesi verso la sofferenza, come nel momento in cui amiamo.” S. Freud

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