“Ero bella, colta, intelligente, innamoratissima eppure lui ha preferito un rospo acido e ignorante e ancora non me ne faccio una ragione”. Nel gruppo Facebook per single di Vado a vivere da solo, leggo spesso messaggi come questo. Dove al dolore per l’abbandono si aggiunge quello dell’incredulità, del senso di inadeguatezza, del non capire più quali sono le leggi del mondo e dell’attrazione. Cosa aveva lei o lui più di me? In cosa mancavo? Perché è finito un matrimonio o un rapporto di lunga durata?
Non vince sempre il migliore
Ho visto persone piegate in due a causa di teste di minkeea terrificanti di nessun valore, persone intrappolate in storie che dall’esterno chiunque poteva vedere che erano inesistenti, ma che si erano trasformate in ossessione monomaniacale.
Questo capita quando abbiamo ancora qualcosa da risolvere, conferme da ricevere, e sentiamo di avere delle lacune da colmare, delle quali magari fino a ieri non ci era importato più di tanto. O quando vogliamo disperatamente uscire da una fase di stallo della nostra vita, e avvertiamo un insopprimibile desiderio di cambiamento. Usando una frase della quale voglio il copyright quando la posterete su Fb tra le vostre citazioni ad minchiam di Bukowski e di Laura Pausini, “a volte non cerchiamo la soluzione ai nostri problemi, ma il problema alle nostre soluzioni”.
AAA Tsunami cercasi
Perché il nostro senso di sopravvivenza ci suggerisce che una “persona giusta” non ci darà abbastanza filo da torcere e non potrà provocare in noi quello Tsunami Funzionale che ci serve e che sarà in grado di risolvere tutte le nostre inadeguatezze in un colpo solo.
E allora si parte all’inseguimento della massima testa di razzo, e in quell’inseguimento mettiamo tutto, perché non si tratta “solo” di innamoramento, ma di una spedizione punitiva (nel vero senso della parola) verso noi stessi. Imparare a distinguere tra sentimenti forti e ossessioni malate deve essere la priorità per chi torna nel magico mondo dei single, ricordiamolo sempre.
Back to school again!
E pensiamo allora che con una maestra un po’ più ottusa e meno ben disposta dovremo sì sudare sangue per portare a casa dei buoni voti, ma che alla fine della via crucis avremo capito davvero tutto di equazioni e algoritmi, e non ci sentiremo più delle capre nel nostro intimo ma saremo poi in grado di affrontare qualunque sfida tra secchioni.
Conclusioni
Questa logica non è sbagliata, lo Tsunami Funzionale è appunto funzionale in alcuni momenti critici della vita. Il problema è quando si perde di vista (e succede spesso) che il nostro obiettivo era imparare la matematica, e non avere le grazie della maestra, che di suo era solo una scaldaseggiole qualunque. Se non si compie questa maturazione del pensiero, si rischia di trasformare il “salutare” scossone in un ossessione che può durare anni, e che svuotata del suo intento di crescita, diventa un’esercizio sterile quanto controproducente.
Guardiamo al lato positivo della faccenda: aver cercato in un momento della vostra vita di compiere un’evoluzione o comunque un cambiamento, è un ottimo segnale. Fare tentativi implica anche di sbagliare, non fatevene una colpa, l’importante è riportare poi tutto sulla terra e dare alle cose il peso reale. Quindi cari amichi e amiche, basta crucciarvi e incaponirvi se qualcuno non vi ha voluto o ha preferito altri per motivi a voi ignoti: una volta passata la sbornia accetterete che potrete dedicarvi con più profitto a italiano, storia e geografia. Che poi alla fine…ma della matematica anche sticazzi!
Caro Vadoaviveredasolo, sei un genio. Questo post me lo incornicio. Questo post vale per le relazioni come per tante situazioni bloccate e bloccanti in cui ci si viene a trovare nella vita. Nel mio caso, un scintillante lavoro all’estero (non per i soldi ma per l’idea di “lavorare in francese”) da cui adesso sto iniziando a pensare di scappare e tornare alla mia cara Italia che ho mandato a quel paese 4 anni fa. Mi manca la pizza. Mi manca l’IRPEF esorbitante. Mi manca il bidet.