Conoscendo uomini e donne single spesso appare un tema ricorrente: molte persone sono in sofferenza per danni causati da un ex. Non parlo di situazioni da denuncia quali violenze o raggiri, ma di immateriali danni d’amore che talvolta sono spesso così malefici e penetranti da causare una malattia capace di durare anni. Una catena di sant’Antonio in pieno stile Inception: il passato ti blocca il presente e quindi ti preclude il futuro, minchia che disastro!
La persona ferita dall’ex entra in un letargo emotivo dove si impone di non avere più relazioni, oppure di non cercare relazioni davvero coinvolgenti per non stare male di nuovo. Intanto passano gli anni, e quando ci si sveglia si vede che il mondo intorno si è evoluto mentre noi ancora divoriamo libri di psicologia per capire qualcosa che non capiremo.
Siamo sicuri che parliamo d’amore?
Se posso dire la mia su un tema così delicato, è che spesso in questi racconti non ho visto tanto ferite amorose quanto ferite narcisistiche, ovvero della propria autostima. Non vedo racconti struggenti di ex incomparabili, di persone meravigliose che non si può immaginare di vivere senza, di amori giganteschi che tutto il resto è noia, anzi.
Questa trasfigurazione è l’errore principale: la persona del passato non era un Lupo Gigante, era una persona normalissima che però ha avuto la disgrazia di infilare il dito in una ferita, quella sì davvero gigante. Parlo di ferite cosiddette “antiche”, ovvero SEMPRE derivanti da uno squilibrio affettivo nel rapporto con i genitori.
Il desiderio di possedere pienamente il cuore di un padre sfuggente o di avere l’approvazione di una madre castrante, la voglia di ritrovare un amore genitoriale morboso e incondizionato o quella di essere riconosciuti finalmente da chi ci ha trascurati. Queste ferite, oscure, infette, cavernose, ci accompagnano per tutta la vita. Spesso non gli diamo peso perché siamo intenti a fare altro, a costruire, a vivere, poi arriva un punto dove anche se non lo sappiamo, il nostro corpo e la nostra anima ci spingono a fare i conti con questa cosa, forse nell’intento inconscio di darci una possibilità di affrontare e superare la prova, di guarire, di rasserenarci.
Pensavi fosse amore, invece era un Kinder Bueno
Ma sarà anche la persona sbagliata, non per sua colpa genetica ma perché l’avremo scelta per i motivi sbagliati e perché ci accorgiamo sin da subito che la sua presenza oltre all’euforia provoca in noi una costante inquietudine.
Ti dirò di più: sarà il tentativo di voler risolvere in un colpo solo quel sottile malessere che ti porti dentro da una vita, ora che pensi di essere grande, forte, scafato, intoccabile. E ti anticipo il finale: te la prenderai bellamente in culo, perché stai sfidando un mostro che non puoi affrontare in questo modo.
Non puoi guarire da te stesso
Dove per mostro, ripeto, non si intende la persona che abbiamo incontrato, ma una fitta ramificazione di bisogni che è dentro di noi, e non è possibile pensare di scindere da noi, esattamente come non è possibile guarire una persona che ha il sangue malato tentando di levargli tutto il sangue. Un passo fondamentale è comprendere questo: quella “malattia” siamo noi, ovvero la nostra personalità, e senza quella malattia non saremmo noi.
I Lupi Giganti non esistono
Ma se attribuiamo il nostro malessere, la nostra inquietudine, il nostro male di vivere al Lupo Gigante, gli daremo un potere immenso e gli permetteremo di rovinarci la vita. Non è un gigante: è un piccolo attore che entrando in un meraviglioso teatro mai risanato, ripulito e messo in sicurezza, ha fatto un saltello in scena e ha fatto crollare colonne, palchi, loggioni e lampadari di cristallo.
Capito? Ci sembra di guardare un quadro incredibilmente bello, in grado di rispecchiarci, di affascinarci, di tormentarci, di ammaliarci, ma troppo tardi capiamo che era tutta pittura che abbiamo tirato fuori dal nostro sacco, e che l’altro era solo una comune tela acquistabile in qualunque Brico a 15 euro.
Una questione di proporzioni
Non voglio sminuire l’altro a tutti i costi, il mio intento è quello di ridimensionare. Ridimensionare vuol dire ridare le proporzioni corrette alle cose, e se capiamo che l’altra persona ci ha fatto sicuramente male ma in fondo di suo ci ha solo sgraffiato (i tagli ce li siamo fatti da soli), avremo meno paura del futuro. E inizieremo ad accettare quelle che sono le nostre fragilità, che sono Nostre, quindi nessuno tranne noi ha il potere di crearle o sanarle pienamente, e ci sentiremo meno in balia degli eventi e dei cattivoni di turno.
La verità è che è più semplice creare un Mostro Spaziale per spiegarci le cose piuttosto che affrontare la complessità di come siamo fatti, perché gli altri li possiamo anche mandare affanculo ma non possiamo farlo con noi stessi. E che non esiste una Supercura Instantanea che ci farà affrontare e vincere i nostri piccoli e grandi traumi affettivi interiori.
L’amore si cura con l’amore
Posso dirti solo che la ferita d’amore si cura con l’amore, non con il non-amore. Non si cura con l’illusione di domare un leone, di afferrare un fantasma sfuggente, di strappare il cuore al lupo sanguinario.
Impara a non pugnalarti ma piuttosto a massaggiarti, ad accettare la meraviglia che sei e a tenerti in grembo. Cerca l’amore che genera calore, non quello che logora o ti procura malessere o ti fa sentire peggiore, perché quella cosa che chiami amore è solo cosmetica che imbelletta i tuoi falsi desideri e ti attrae sul ciglio del burrone come un piffero magico.
Ma dentro il burrone non c’è nessuna felicità, nessuna guarigione, nessun miracolo e nessun tesoro: c’è solo il tuo desiderio di morte che ti chiama con le sue mani adunche, che ti dice che se non verranno soddisfatte le tue fantasie non vale la pena di vivere. Ma un giorno, tra un mese o un anno, finalmente guarderai dentro quel burrone, e vedrai cosa c’è realmente sul fondo: gli scheletri di stupidi che non hanno mai imparato a volersi bene e a prendere il bene dalla vita.
Impara a cercare questo
Non dico di cercare l’adulazione, l’approvazione costante, il pompaggio dell’autostima da chi ti vede con i cuoricini sugli occhi, perché di quello non te ne farai nulla e anzi rischierai di diventare tu stesso un lupastro prepotente.
Dico di cercare qualcuno che ti piace e a cui piaci come sei, che non richiede di diventare Altro per essere apprezzato, che non impone sacrifici di sangue in cambio di svogliate carezze. Non mendicare e non accogliere mendicanti, semplicemente vivi nella vita che hai, non in quella che ti sei inventato per non vedere.
Se ti verranno concesse briciole e ti sta bene, concedi briciole, se ti verrà dato amore e lo senti, ricambialo, se ti verrà dato malessere vai a gettare altrove la tua lenza. Rimanere soli non è reato, reato è farsi del male senza motivo per rendere omaggio agli dei che abbiamo inventato noi perché non abbiamo ancora accettato che gli dei siamo noi.
Dovremmo,anzi dovrei:) esser più cosciente di 2 cose :”l’amore si cura con amore” e che chi ti apprezza ti accetta e stima per come sei ,senza volerti cambiare …