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Come quando dentro piove

Dicembre 7, 2017

Dicembre è uno dei periodi più duri dell’anno per noi single. Fa freddo, è buio, le belle strade del centro sembrano un blocco unico di coppie che si danno il braccio e le lucine delle case sembrano celare meravigliose storie di coppia fatte di alberi di Natale, tavole apparecchiate con cura, bacini e bacioni sotto il vischio e adorabili pargoli somiglianti a Baby George.


Se poi aggiungiamo il carico pesante dei film d’ammore natalizi, e di un palinsesto all’insegna di Mamma ho perso l’aereo, il luttuoso (per noi) quadro è completo. Solo me ne vò per la città, passo tra la gente che non sa, che non vede il mio dolooooore…

passare natale da singleGià in passato ho parlato di come sopravvivere al Natale da single, del consolatorio pensiero di un Capodanno arzillo, di come trovare la forza di festeggiare sempre, anche quando il nostro unico pubblico è il babbo natale di stoffa appeso alla grata.

Però a volte non basta, a volte ti senti semplicemente solo. Perché quando non abbiamo tanta forza/creatività/vitalità in corpo, usciamo un po’ fuori dal binario del calendario e allora tutti i periodi sembrano uguali. Sì, sappiamo che in alcuni periodi indosseremo un costume da bagno e berremo mojito, e in altri avremo il parka e berremo grappa, ma sembra non esserci mai questa gigantesca differenza.

single tristezzaE quando iniziamo a pensarla così, è il momento del pericolo. Di quell’ovatta grigia che avvolge le giornate senza far trapelare il vero sole, il vero freddo, la vera luna e il vero vento. Il pericolo di quando tutto sembra uguale, mentre prima un filo d’erba era già battello sul Mississipi, una stella era una tenda accampata di notte sull’Everest, un po’ di brina era già fare la buca nel ghiaccio per pescare davanti all’igloo.

Sono uno di quelli che credono che la fantasia sia il vero indice della nostra vitalità fisica e psichica, e quando questa si affievolisce vuol dire che stiamo abbassando i guantoni, ed entrando in quel posto dove, come ho detto varie volte, l’ombra cupa scende. Molti si consolano pensando che dietro le tende natalizie altrui si celino in realtà musi, piatti rotti, corna vissute e sopportazione. Io non traggo conforto dalla vita di mierda altrui, mi concentro più sul guardare quanto splende il mio lumino interiore, e stasera è un po’ tremolante.

Non temete, domani tornerò ad addobbare la casa, fantasticare su allegre conigliette, pianificare strampalate avventure e a donare le mie strepitose energie motivatorie al mondo della singolanza: è solo che stasera fa un po’ freddo e servirà tanto, tanto jazz.

libro vado a vivere da solo

COMMENTI 3
  • Febbraio 5, 2019 at 7:37 am
    Katia

    Hai descritto fedelmente le mie feste di Natale appena trascorse, ma adesso è gennaio e la vita ha ricominciato a scorrere. I progetti e non i sogni sono le cose che ti salvano la vita ed io fortunatamente ho sempre un nuovo progetto nella manica. A volte riesco a realizzarlo, altre volte no, però è ciò che mi occupa la mente, per mesi, anche anni. Le disgrazie altrui non mi aiutano a sentirmi meglio, anzi… dedicarsi agli altri è sempre una buona idea.

    • Febbraio 5, 2019 at 7:40 am
      Vadoaviveredasolo

      Bentornata nei commenti!

  • Febbraio 5, 2019 at 9:13 am
    Katia

    Grazie!

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