Se c’è una cosa che occorre capire nei rapporti di coppia, è che l’amore è un lubrificante. No, non pensate subito a quelle utili cremine pro-sodomia (o meglio, non pensate solo a quelle), ma all’interezza di una storia sentimentale.
E’ una catena ormaaaai
Condividere la vita o una parte di essa con un’altra persona non è sempre semplice, ma le dinamiche tra due persone scorrono come la catena di una bicletta: se questa è bene unta e oliata, si viaggerà comodi anche su una strada piena di pietre. Se invece è secca, basterà un sassolino a ingrippare tutto il movimento e far uscire la catena dal suo alloggiamento. Ecco, quell’olio di cui parlo è proprio l’amore (non prendetelo come un parolone disneyano, ma nel senso di sincero e viscerale trasporto e calore affettivo).
Difetti? Quali difetti?
Se provo qualcosa di forte nei tuoi confronti potrai venire alla cena di gala vestita da punkabbestia e ti troverò simpaticamente anticonvenzionale, potrai cucinare un piatto immangiabile e penserò che sei cara a impegnarti così in qualcosa che non padroneggi, mi potrai cagare sul divano di pelle e penserò che hai voluto lasciarmi un affettuoso ricordo della tua presenza.
Se non lo provo in modo naturale, l’inevitabile accomodamento che si deve applicare ogni qual volta si entra in relazione stretta con un altro essere umano diventerà salita, impegno, lavoro, sbuffamento e logorìo di cilindri e pistoni. Farò una gran fatica e mi frustrerò perché penserò di stare facendo il massimo per ottenere il minimo ma…
Se ti sforzi lo stai facendo male
Ecco questo è il punto: quando senti l’altro parlare spesso di impegno e sforzo, drizza subito le antenne. A meno che tu non sia un traditore seriale, un orco, un parassita o un Barabba, stare con te non deve essere un impegno o una fatica. L’ammore è come un esercizio di ginnastica: se ti sforzi lo stai facendo male.
Inoltre, la differenza di lubrificazione crea quasi dei ruoli, con una persona che sembra andar bene così come uscita dalla scatola e l’altra che necessita di modificarsi per andar bene. In realtà spesso si tratta solo di una persona più accettata e una meno accettata.
La vita è troppo breve per passarla a sudare
E’ normale che a ognuno di noi sia capitato un oggetto del desiderio che abbiamo voluto con forza. E siamo stati disposti a provare a cambiare, a rimetterci in discussione, a migliorare: tutto questo è bello e positivo se e quando favorisce una crescita comune. Dico però che se ci sembra che questo processo sia sbilanciato (e sempre attenzione al narcisismo), dopo un periodo di prova dobbiamo prepararci a lasciare andare, senza incaponirci verso qualcosa che darà sempre logorio a entrambi: sia a chi fatica perché non accetta pienamente che a chi fatica perché non si sente accettato pienamente.
Si rischia di trasformare un idillio in un fastidio: uno che rimprovera all’altro di non essere abbastanza, l’altro che rimprovera di non sentire abbastanza. E a lungo andare nascono piccoli sensi di colpa, ci si sente entrambi sempre un po’ in errore, e aumentano le distanze. Come diceva qualcuno, amore è non dover dire mai “mi dispiace”.
Quello che ci serve veramente è un bel tandem con le due corone della catena così ben ingrassate d’olio da far sembrare possibile anche la salita sul K2. Che non vuol dire che la salita non ci sia e che non si debba sudare, ma semplicemente che le nostre pedalate potranno avere quella forza, quella sincronia, quella stabilità in grado di farci resistere ai terreni difficili. Senza di questo, anche scalare il monticello davanti casa sarà un’impresa troppo grande.